giovedì 24 giugno 2010

A teatro senza biglietto


Avviso alla cittadinanza: per chi non avesse avuto mai la ventura di assistere ad un Consiglio Comunale, per indolenza, sfiducia nelle istituzioni, sovrabbondanza d'impegni, be', credetemi, si tratta di un'esperienza intimistico-catartica da cui è ben difficile tornare indietro. Non ci capirete nulla, ci mancherebbe, ma almeno potrete trascorrere 3-4-5-6 (dipende solo da quanto siate inclini all'autolesionismo...) ore di puro divertimento cabarettistico. Ieri ho raccolto l'invito di alcuni amici sangiorgesi intrufolandomi così nella sala consiliare di piazza Municipio, spaziosa, accogliente, di una qual certa eleganza. Tralasciando il ritardo col quale il tutto ha avuto inizio (dalle 19:30 si è meravigliosamente slittati alle 20:30 circa...), passiamo ad una breve cronaca dello spettac... ehm, dello spettabile dibattito.
Si comincia col Presidente che invita i convenuti ad abbandonare telefonini squillanti e frivolezze varie per prender finalmente posto e dare inizio all'assise. Dopo molteplici richiami agli astanti, si passa alla conta dei presenti; ci sono tutti, lo show può avere inizio.
Il primo a richiedere ed ottenere la parola è un paffuto consigliere dell'MPA che comunica al sindaco Giorgiano il suo malcontento per la cattiva gestione amministrativa del primo cittadino in merito alle recenti questioni politiche. Toccato nel vivo, Giorgiano "ipse" rinfaccia all'improvvisato Cicerone la sua pervicace inclinazione al trasformismo, ricordandogli come fino a poco tempo addietro fosse stato tra i suoi più convinti e persuasi sostenitori. Di qui prende le mosse una pièce tragicomica che neanche il più ispirato Eduardo si sarebbe mai sognato di allestire: urla, schiamazzi, grida(e) di protesta, tutto sotto gli occhi di un pubblico basito che si divide tra entusiasti ed esterrefatti da cotanta esibizione. Accuse da destra, accuse da sinistra, fuoriusciti dalla maggioranza, dissidenti dall'opposizione; insomma, un gran bel casino.
Dopo poco più di due ore di periodare infruttuoso, si passa, grazie al cielo, all'Ordine Del Giorno, il cui sesto punto prevede l'approvazione del bilancio comunale. Siamo al cospetto dell'atto finale della paradossale farsa; in un climax di risa smodate, ammiccamenti, infauste freddure, uno dei nostri attori allo sbaraglio propone un testo di 90 emendamenti come integrazione al testo originale del bilancio in approvazione, da leggersi rigorosamente, punto per punto, in quella stessa sede. In un crescendo rossiniano d'ilarità straripante, si procede ripetutamente alla verifica del numero legale, così, giusto per prender tempo ed ingigantire la cagnara. A questo punto il già sfoltito pubblico residuo si risolve ad abbandonare la sala. La rappresentazione è stata decisamente scadente. Se non altro, però, deliziosamente gratuita.

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