sabato 12 aprile 2008

"Inferno" elezioni


A partire da domani, domenica 13 aprile, fino alle ore 15:00 di lunedì, milioni di italiani ed italiane si recheranno alle urne per decidere le sorti del proprio Paese attraverso la scelta del Candidato Premier e dei membri delle due camere. O meglio, questo accadrebbe in qualunque democrazia che si rispetti, meno che nella nostra, nella quale, grazie alla legge elettorale "porcata", per ammissione stessa di colui che a suo tempo la scrisse (Calderoli, ndr.), attualmente in vigore, i cittadini si limiteranno esclusivamente a mettere una croce sul simbolo della lista che intendono portare avanti, senza possibilità di deciderne la composizione. Eppure, dopo il ribaltone Prodi, ci sarebbe stato tutto il tempo per rimediare allo scempio, ma alla fine, malgrado l'iniziale, per la verità tutt'altro che strenua resistenza della sinistra, nulla si è mosso, così che ora ci ritroviamo a dover scegliere il prossimo governo in un regime di assoluta anticostituzionalità e, come se non bastasse, con il forte sospetto, tutt'altro che infondato, che i giochi a palazzo siano già stati fatti.

martedì 8 aprile 2008

Una "raffinata" barbarie


"Corrida" sì, "corrida" no? Ci ho riflettuto molto, in questi mesi. Alla fine ho deciso che trascorrere un anno in Andalusia senza assistervi almeno una volta sarebbe stato come perdermi qualcosa, qualcosa di davvero importante, oltretutto, e ho concluso che mai avrei potuto farmene un'opinione precisa se non vi avessi preso parte dal vivo. Ieri, quindi, intorno alle 18, sono entrato per la prima volta in vita mia in un'arena. L'impatto è stato sconvolgente: un'atmosfera indescrivibile, un'emozione mai provata prima. Tutti ansiosi di cominciare, di dare inizio allo spettacolo, pregando la pioggia di essere clemente, di non rovinare tutto. Dopo una quindicina di minuti hanno fatto il loro ingresso i protagonisti della messinscena: i "toreros", nei loro sfarzosi e luccicanti costumi, i "picadores", fantini in groppa a splendidi destrieri bendati, i "banderilleros", e di lì a poco il toro, uno scalpitante, splendido esemplare nero corvino, ancora ignaro dell'amara sorte che lo attendeva. Sugli spalti schiamazzi, brusii, grida d'incitamento; la corrida può avere inizio. Dopo le prime fasi di studio in cui non sembra accadere nulla di notevole, le trombe annunciano l'arrivo dei "picadores", cui spetta l'incombenza di ferire il toro con delle lance aguzze, i quali, svolto il loro compito, ritornano nuovamente ai propri posti. E' il turno dei "banderilleros", incaricati di colpire la bestia con le "banderillas", una sorta di "birilli appuntiti" che s'infilzano nella carne della vittima procurandogli profonde ferite che lo sfiancheranno lentamente. Dopodiché tocca a lui, al "torero" in persona, restare solo nell'arena con l'imponente animale. E' un momento di una commozione e di un pathos indicibili, carico di significati ancestrali; è una danza, una danza per la vita, di cui i due sembrano conoscere i passi a menadito. E' la lotta dell'astuzia contro la forza bruta, del bene contro il male, è il trionfo dell'uomo, l'ostentazione della sua tracotanza, della sua prepotenza, del suo desiderio di dominio sulla natura, un desiderio che è presente in ciascuno noi e che ben si percepisce nell'aria, che pregna di sé gli "olè" di un pubblico estasiato che grida: "mátalo, mátalo, mátalo ya!". Il cuore mi batte a mille e ho quasi vergona di ammettere a me stesso che mi sto godendo lo spettacolo. La prima vita, dunque, si è spezzata, ne restano ancora cinque. Per fortuna, dopo un po', interviene la ragione a farmi rinsavire. Oggi non esito a dire che si è forse trattato della cosa peggiore cui abbia mai avuto modo di partecipare, una rappresentazione di una crudeltà ineffabile ed ingiustificata, un'ulteriore dimostrazione della follia umana, una mattanza, una sporca mattanza senza senso.

domenica 6 aprile 2008

Nella terra di Lope e di Cervantes


Dopo continui, seccanti rinvii, sono finalmente riuscito a varcare le porte del "Teatro de la Maestranza", qui a Siviglia, approfittanto anche del prezzo di favore (10 €) delle entrate che il Comune locale spesso riserva a studenti e/o minori di 26 anni. Architettonicamente l'interno dell'edificio non sembra essere nulla di trascendentale, sebbene si caratterizzi per uno stile sobrio e delicato che a dire il vero non mi è affatto dispiaciuto. Tuttavia, nulla a che vedere con la grandiosità del nostro "San Carlo", o con la raffinata eleganza della "Staatsoper" di Vienna, s'intende, anche perché la Spagna tutto può vantare tranne che una prestigiosa tradizione concertistica. Il programma, in due tempi, era il seguente:

PIOTR ILICH TCHAIKOVSKI: Concerto per piano nº 2 in Sol maggiore
NICOLAI RIMSKY-KORSAKOV: Sheherazade, Op. 35

Se per Tchaikovski non credo ci sia bisogno di alcuna presentazione, un paio di parole le spenderò per il secondo, autore di cui prima onestamente ignoravo persino l'esistenza, ma che d'ora in avanti godrà della mia stima e del mio seguito più accesi. L'opera presentata, la "Sherezade", è liberamente ispirata al ciclo folcloristico-letterario delle "Mille e una Notte"; ed infatti non sfuggono, neanche ad un orecchio profano, le sonorità arabeggianti che caratterizzano la composizione artistica e che reggono le fila dell'intero discorso creativo, un romanzo musicato della durata di circa 45 minuti, dominato da toni maestosi ed avvincenti, che immerge l'ascoltatore in una meravigliosa fiaba d'altri tempi, che mozza il fiato, che conduce la fantasia lontano, e che profuma d'Oriente...