martedì 13 maggio 2008

"Quelli che.. strisciano"


Un tempo mi piaceva, lo ammetto. Quando ci intratteneva, sempre e rigorosamente su RaiTre, con la sua sottile e fresca ironia, mentre tutt'Italia attendeva trepidante il fischio d'inizio delle partite di calcio di Serie A, ricordate? Trasmissione agile la sua, brillante, spassosa, insomma un gran bel modo per trascorrere una sana e divertente domenica pomeriggio in famiglia, tutti riuniti intorno ad una tavola imbandita, fra una battuta e l'altra del Fazio e dei suoi spiritosi ospiti, ansiosi che da un momento all'altro lo studio potesse finalmente annunciare che la tua squadra era passata in vantaggio. Già allora si distingueva per la sua liberalità, per il suo spiccato senso della diplomazia, per il suo gusto della "par condicio"; è sempre stato così, "Fabietto", bisogna capirlo: pacato, contollato, mai sopra le righe, ligio al dovere e rispettoso dell'autorità. Il tipico "tranquillone", l'amico di cui sai di poterti fidare, che non fa rumore, che non dà fastidio, e che, se richiamato a dovere, è sempre pronto a fare marcia indietro, a rettificare, a "dissociarsi". L'età non ha fatto altro che esacerbare, stigmatizzandole, queste sue caratteristiche, rendendolo il presentatore perfetto per questo nuovo regime "unipartisan": mansueto, docile, remissivo, obbediente, deferente, eternamente fedele al proprio padrone, e se a scapito della verità poco importa.

martedì 6 maggio 2008

Lezione di garbo agli Sgarbi


Gli sono bastati poco meno di 2 minuti, esattamente 105 secondi, per coprire di ridicolo colui che tre giorni addietro, negli studi di "Annozero", lo aveva coperto d'insulti. Finalmente la tanto attesa (perlomeno per quanto mi riguarda...) risposta è arrivata; Marco Travaglio, ospite da Crozza su La7, ha fatto il punto su quanto accaduto giovedì scorso da Santoro, liquidando la faccenda Sgarbi con la sua solita leggiadria, con la solita, accattivante eleganza e disinvoltura che gli sono proprie, con la sicurezza e la serenità d'animo che contraddistinguono chi sta dalla parte del giusto e che non ha bisogno di alzare il tono di voce per far valere le proprie opinioni perché, si sa, "chi ha torto urla più forte"...

domenica 4 maggio 2008

Aspettando la "Neuro"...


Stavolta si è davvero andati oltre, si è francamente esagerato, mi pare. A pochi sarà infatti sfuggito il diverbio infuocato che è andato in onda nella puntata di "Annozero" del 1 maggio scorso, anche se in realtà, più che di un diverbio, si è trattato di un farneticante monologo inscenato dall'Assessore alla Cultura di Milano, "(dis)onorevole" Vittorio Umberto Antonio Maria Sgarbi, pensa un po', che per tutto il corso della puntata non ha fatto altro che riempire di pesantissimi quanto gratuiti improperi il malcapitato Marco Travaglio, uno dei pochi esemplari superstiti di giornalista serio che ci restano, uno che ha smascherato le malefatte dell'intera classe dirigente del Belpaese e che ha contribuito a scuotere dal torpore le coscienze di milioni di italiani, inebetite dal mare di menzogne nel quale giacevano sommerse, apostrofandolo con termini che piuttosto calzerebbero a pennello alla propria persona, ovviamente senza offesa, onerevole. Oramai il "polemista" Sgarbi, come lui stesso ama definirsi, lo conosciamo tutti e molto bene; non è stata certo questa la prima volta che ha dato prova di sé in uno studio televisivo. Chi non ricorda infatti i celeberrimi duelli a suon d'insulti con i vari Cecchi Paone, Mussolini, o lo schiaffo ricevuto da D'Agostino quando i due erano ospiti da quell'altro bell'elemento di Ferrara? E come non citare il battibecco fra lui e il sempiterno Mike Bongiorno, lo scontro frontale con il consegnatore di tapiri Staffelli, le accese discussioni con il Trio Medusa, o il vibrante alterco con Aldo Busi? Ma chi è veramente Vittorio Sgarbi? Be', scorrendo un po' la sua "irrequieta" biografia si scoprirà che il nostro eroe, nel corso della sua lunga carriera politica, ha militato nelle file dei seguenti partiti (citaz. da "Wikipedia"):

Partito Comunista Italiano, che lo ha candidato a sindaco di Pesaro
Partito Socialista Italiano, per il quale è stato consigliere comunale a San Severino Marche
DC-MSI, alleanza per la quale è stato sindaco di San Severino
Partito Liberale Italiano, per il quale è stato deputato
Partito Repubblicano, con il quale si è alleato per le elezioni del '94
Lista Pannella, con la Lista Pannella-Sgarbi abbandonata dallo stesso Sgarbi prima delle elezioni
Forza Italia, nella quale ha inglobato il suo movimento Liberal Sgarbi
L'Unione, avendo presentato la sua candidatura alle elezioni primarie del centrosinistra ed essendosi candidato nel 2006
Lista Consumatori, con la quale si è candidato per le Politiche del 2006 senza essere eletto

Insomma, altro che Mastella, gente; qui abbiamo a che fare con il più grande trasformista italiano, uno che farebbe concorrenza persino al mitico Arturo Brachetti! Inoltre, il "saputello" pare abbia avuto anche non poche grane con la giustizia, tra cui spiccano, nel 1996, con sentenza definitiva della Pretura di Venezia, una condanna a 6 mesi e 10 giorni di reclusione per il reato di "falso e truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato" ed una, nel '98, per "diffamazione aggravata". Proprio una personcina a modo, dunque. Uno così, che in un paese civile non avrebbe neanche diritto a schiudere le labbra per proferir parola, è invece lasciato libero di imperversare con le sue assurdità e, come se non bastasse, gli viene pure affidato un incarico amministrativo...
Ah, ma già, che stupido, l'Italia È un paese civile, anzi "un grande paese con un pezzo di merda come Travaglio".

giovedì 1 maggio 2008

Viaggio nella Capitale


L'avevo vista di sfuggita, di sottocchio, o per meglio dire, da "sottoterra", essendomici recato esclusivamente, una decina di giorni addietro, in autobus, dalla stazione di Siviglia, per andare incontro all'aereo che dall'aeroporto di "Barajas" mi avrebbe condotto in Italia per la mia seconda ed ultima "visita lampo" a familiari e amici. Dopo una lunga ma abbastanza piacevole traversata di sei ore, giungiamo finalmente alla "Estación Sur". Stanchissimo ed alquanto affamato, ordino un croissant ed un "caffè" (qui davvero le virgolette sono d'obbligo...) al primo bar che ci si para davanti, dopodiché, fattosi giorno, ci mettiamo alla ricerca di un ostello nel quale trascorrere un paio di notti. Per fortuna la sorte ci assiste e, dopo alcuni tentativi miseramente andati a vuoto, troviamo ciò che fa al caso nostro. Così, liberatici dal fardello delle valigie, possiamo cominciare a metterci in cammino e scoprire la città. Il primo giorno è dedicato unicamente alla visita dei due musei più famosi della capitale iberica, il "Prado" ed il "Reina Sofía", che provvidenzialmente di questi tempi ospita l'intera collezione dei quadri e dei disegni di Picasso generalmente in esposizione al "Louvre" di Parigi. E' un'emozione indescrivibile trovarsi di fronte, dal vivo, una delle opere più grandi e maestose che il genere umano abbia mai prodotto, la meravigliosa "Guernica" (nella foto), uno spettacolo per gli occhi così come uno strazio per lo stomaco, un dipinto la cui potenza comunicativa ha ben pochi eguali. La cricca si scioglie l'indomani, quando i miei compagni d'avventura decidono di trascorrere una giornata a Toledo, che è lì vicino; io, al contrario, mi risolvo a restarmene in zona, ed approfitto dell'assenza del resto de gruppo per fare una capatina al "Palacio Real", dare un'occhiata alla "Plaza de España" e recarmi ad ammirare la magnifica ed imponente "Plaza de las Ventas", la più grande "Arena de Toros" dell'intera Spagna. Il terzo giorno, riunitomi con la comitiva, lo spendiamo andanzo a zonzo per le immense strade del centro, fermandoci di tanto in tanto per concedere un po' di sollievo alle nostre povere gambe, al riparo dal sole cocente in uno degli svariati parchi che offre la città .
E' ormai tempo di tornare, il nostro pullman ci attende; così, stanchi ma abbastanza soddisfatti di ciò che siamo riusciti a vedere, ci dirigiamo in metro verso la "Estación Sur", la stessa nella quale eravamo "sbarcati" tre giorni addietro, e che ci avrebbe ricondotti, di lì a poco più di sette ore, nella torrida Aldalusia.
In definitiva, Madrid, per quanto immensa e assai ben organizzata, non sembra avere nulla di realmente genuino, che inconfondibilmente la caratterizzi, niente di autenticamente peculiare che valga davvero la pena di essere ricordato. Ha migliaia, un milione di facce ma al contempo non ne ha nessuna. E' una metropoli e, come tutte le metropoli, ti cancella, ti annichilisce; lì sei solo uno qualunque, un senza nome, una senza volto, una biglia impazzita che schizza casualmente da una parte all'altra, nella frenetica quanto vana speranza che qualcuno si accorga di lei.